mercoledì 30 dicembre 2009

Compassione


Questa mattina ho accompagnato mia madre, un passaggio in macchina.
Si sentiva sola, stanca, vecchia. Suo marito è malato, le preoccupazioni e lo stress la stanno sommergendo. Non abbiamo mai avuto un rapporto di amicizia, spesso in passato è stato addirittura conflittuale a causa delle nostre differenti convinzioni, ma oggi, semplicemente, mi ha chiesto: "Passa un po' di tempo con me, vuoi?"

Avrei potuto fare altro, forse molte cose che mi avrebbero fatto passare una giornata più allegra o rilassante, ma la cosa giusta da fare, di fronte a una sommessa richiesta di aiuto, credo sia rispondere. "'iusto' non significa che l'etica lo imponga o che la morale lo comandi... semplicemente che lo sentivo come il sentiero da prendere, l'inclinazione della collina lungo cui lasciarsi scivolare senza resistenza.
Le ho regalato un pomeriggio, ne è stata felice.

Tornando a casa pensavo alla compassione.
Uno dei sentieri che conducono all'illuminazione è proprio la carità, il servizio degli altri, il dono disinteressato di sè per loro... ma perchè? Perchè l'illuminazione dovrebbe passare dalla carità, in che modo questa pratica aiuta il fluire della consapevolezza e l'ascesa dello spirito?
Rendersi strumento di carità significa lasciar fluire attraverso di sè le cose per come dovrebbero essere. Significa annullare l'ego con i suoi impegni e permettere che la propria esistenza si mezzo di altro, un canale in cui possa fluire la compassione, l'amore universale che pervade l'esistente.
La carità, praticata in questo modo, è molto simile al principio della pratica meditativa. Proprio per questo, a mio parere, è un mezzo altrettanto efficace di inserirsi nel flusso più naturale della consapevolezza e dell'esistenza armonica universale.